Nuova Riveduta:

Geremia 25:18

a Gerusalemme e alle città di Giuda,
ai suoi re e ai suoi prìncipi,
per abbandonarli alla rovina,
alla desolazione, alla derisione, alla maledizione,
come oggi si vede;

C.E.I.:

Geremia 25:18

a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re e ai suoi capi, per abbandonarli alla distruzione, alla desolazione, all'obbrobrio e alla maledizione, come avviene ancor oggi;

Nuova Diodati:

Geremia 25:18

Gerusalemme e le città di Giuda, i suoi re e i suoi principi, per ridurli a una desolazione, a un oggetto di stupore, a uno scherno e a una maledizione, come avviene oggi;

Riveduta 2020:

Geremia 25:18

a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re e ai suoi prìncipi, per abbandonarli alla rovina, alla desolazione, alla derisione, alla maledizione, come oggi si vede;

La Parola è Vita:

Geremia 25:18

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Geremia 25:18

a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re ed ai suoi principi, per abbandonarli alla rovina, alla desolazione, alla derisione, alla maledizione, come oggi si vede;

Ricciotti:

Geremia 25:18

Gerusalemme e le città di Giuda e i suoi re e i suoi principi per farne la solitudine e l'orrore, lo scherno e l'esecrazione, così com'è al giorno d'oggi.

Tintori:

Geremia 25:18

a Gerusalemme e alle città di Giuda, ai suoi re, ai suoi principi per abbandonarli alla desolazione, allo scherno, alla maledizione -come oggi avviene; -

Martini:

Geremia 25:18

A Gerusalemme, e alle città di Giuda e a' suoi regi, e a' suoi principi, onde fosse per me ridotta la terra in solitudine spaventosa, oggetto di scherno, e di orrore, com'ella è in quest'oggi:

Diodati:

Geremia 25:18

a Gerusalemme, ed alle città di Giuda, ed a' suoi re, ed a' suoi principi; per metterli in istupore, in desolazione, in zufolo, e in maledizione, come sono al dì d'oggi;

Commentario abbreviato:

Geremia 25:18

15 Versetti 15-29

Nella Scrittura gli eventi negativi e positivi della vita sono spesso rappresentati come coppe. Sotto questa figura è rappresentata la desolazione che stava per abbattersi su quella parte del mondo, di cui Nabucodonosor, che aveva appena iniziato a regnare e ad agire, sarebbe stato lo strumento; ma questa spada distruttrice sarebbe venuta dalla mano di Dio. Le desolazioni che la spada avrebbe fatto in tutti questi regni sono rappresentate dalle conseguenze del bere eccessivo. Il fatto che le conseguenze del peccato dell'ubriachezza siano usate per descrivere una condizione così nefasta può farci detestare il peccato. L'ubriachezza priva l'uomo dell'uso della ragione, lo rende pazzo. Toglie loro una preziosa benedizione, la salute, ed è un peccato che è la sua stessa punizione. Questo può anche farci temere i giudizi della guerra. Essa riempie presto una nazione di confusione. Rifiuteranno di prendere il calice dalla tua mano. Non crederanno a Geremia, ma lui dovrà dire loro che è la parola del Signore degli eserciti e che è inutile lottare contro la potenza onnipotente. E se i giudizi di Dio iniziano con i professori che si sono allontanati, i malvagi non devono aspettarsi di sfuggire.

Riferimenti incrociati:

Geremia 25:18

Ger 1:10; 19:3-9; 21:6-10; Sal 60:3; Is 51:17-22; Ez 9:5-8; Dan 9:12; Am 2:5; 3:2; 1P 4:17
Ger 25:9,11; 24:9; Gios 6:18; 2Re 22:19
Ger 44:22; 1Re 8:24; Esd 9:7; Ne 9:36

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